
FRASI DA ARTICOLI
Bello sì, Johann Trollmann, ma non dannato. Condannato, piuttosto, lui: pugile sinti della Germania hitleriana.
─ La Repubblica
Forte, elegante, bello e consapevole di esserlo. Esce da una famiglia con otto figli, accampata ad Hannover. Folti capelli scuri, occhi scuri, labbra carnose, naso intatto grazie alle sue caratteristiche di pugile, capace di combattere in due categorie, medi e mediomassimi, ma combattere è un verbo inadeguato. Trollmann danza, schiva come un ballerino, dal ring gli capita di parlare con gli spettatori (spettatrici, più che altro). Sembra distratto ma colpisce all'improvviso, duro e rapido. L'avversario si ritrova al tappeto senza neanche aver visto partire il colpo.
Trollmann si diverte e diverte un pubblico abituato a una boxe monotona e senza fantasia, mazzate su mazzate al centro del ring come in una rissa tra boscaioli. Trollmann ha il dono dell'agilità e un fisico che lo sostiene
─ La Repubblica
Il volto da divo, un fisico statuario, “uno di quei rari casi in cui il talento è unito all’intelligenza”: Johann Trollmann, pugile tedesco di origini sinti, era destinato ad incidere il suo nome nella storia. Non c’è riuscito, non nel modo in cui avrebbe voluto. Tra lui e il successo interferiscono Adolf Hitler e il suo folle piano di sterminio.
─ GQ Italia
Rukelie è condannato a perdere ma non rinuncia a sbeffeggiare i suoi avversari presentandosi sul ring con il corpo cosparso di farina. Quell’affronto lo rende ancora più inviso ai nazisti che sapranno come vendicarsi.
─ GQ Italia
Aveva un modo straordinario di boxare e un fascino che richiamava in platea un nutrito gruppo di pubblico che lo collocava già all'epoca nella categoria dei divi. Per Rukelie stare sul ring era come stare su un palcoscenico perché i suoi movimenti veloci e tecnicamente impeccabili lo avevano eletto a primo ballerino della boxe.
─ Un salto nel tempo
I grandi uomini non muoiono mai. Nemmeno quando la Storia sembra averli inghiottiti. All’improvviso, senza una ragione apparente, le loro storie ritornano a galla, come messaggi in bottiglia. È quanto è avvenuto a Johann Trollmann, uno dei pugili più geniali degli anni ’30 in Germania, uno zingaro di etnia sinti che è diventato campione dei mediomassimi al culmine dell’ascesa di Hitler.
─ Messaggero sant'Antonio
Rukeli ha tutti i vantaggi dalla sua: non solo è bravo – nel 1930 inanella tredici vittorie una dietro l’altra – ma è bello come un divo di Hollywood. Le donne lo adorano, gli uomini lo ammirano. Nel ’32 ormai gareggia solo con i migliori. La folla lo acclama al grido di «Gipsy»: nessuno ha mai visto una boxe così.
─ Messaggero sant'Antonio
La sua tecnica è basata sulla velocità e sull'agilità, si muove sul ring sinuosamente, come un danzatore, ma pronto a sferrare l'attacco all'improvviso, rapidamente, appena scovato il punto devole dell'avversario. Difficile da colpire: grazie al suo gioco di gambe e alle repentine schivate, è imprevedibile.
"Trollmann era sfrontato e corretto, agile ma picchiava duro."
─ Omnibus 19, Calameo + intervista a Mauro Garofalo
Cresce di età e di fisico diventando, incontro dopo incontro, uno dei pugili più richiesti del panorama tedesco. Fisico asciutto e scultoreo, chioma riccia e mora lo trasformano in “Rukelie”, l’albero, e a bordo ring le ragazze fanno a gara per accaparrarsi un sorriso, uno sguardo di quel sinti che è già un divo e un rubacuori.
─ Io gioco pulito
La reazione di Trollmann vale il prezzo del biglietto e i fatti raccontati si mescolano con la leggenda: pare che l’atleta si sia presentato con i capelli ossigenati, biondo. Sul corpo un velo di farina che lo ricopriva completamente. La perfetta maschera dell’ariano perfetto. I cinque round che si susseguono sono una rivolta silenziosa.
─ Io gioco pulito
Vittima sacrificale, umiliato e deriso pur di mangiare, di resistere. Si è spenta la luce che incantava le ragazze negli occhi di Johann. L’ironia, quella danza intorno all’avversario, il non prendersi sul serio hanno lasciato spazio a disperazione e rabbia. [...]
Trollmann è stremato e pelle ossa. Malgrado questo, lo spirito dell’uomo che fu rivive nei guantoni del pugile che, con l’ultimo sforzo, sconfigge il suo aguzzino, urlando metaforicamente la sua anima libera.
─ Io gioco pulito
Ennesima vittima innocente di un folle ideale, Trollmann non si è mai piegato. Come un Rukelie, un albero, ha accettato la sua condizione, la privazione della libertà e della gioia di essere atleta, colpito nel corpo ma con l’anima di chi ha provato a resistere, oltre l’umiliazione di essere considerato inferiore dai veri inferiori. Non fu la resa a spegnere il sorriso di Trollmann, ma il livore di chi, incapace di batterti sul “campo”, con una pallottola o una pala, poco conta, ti ha lasciato steso nella terra.
─ Io gioco pulito